Di solito, i luoghi pubblici sono di proprietà di un ente statale (Confederazione, Cantoni, Comuni) e sono accessibili al pubblico. Si tratta di aree e spazi vivibili collocati all’esterno di edifici e fondi privati.
L’idea alla base dei luoghi pubblici è quella di uno spazio predisposto da un ente pubblico per il bene della comunità. È accessibile a tutti perché, come spazio geografico, rientra nello spazio sociale di un Comune o una città e quindi costituisce un «luogo per tutti».
Le superfici destinate alla circolazione come marciapiedi o zone pedonali, i trasporti pubblici di passeggeri e gli spazi liberi accessibili a tutti come aree verdi, parchi giochi, impianti sportivi e simili rientrano tra i luoghi pubblici. Se una di queste superfici è soggetta a requisiti di accesso, come ad esempio un costo di ingresso o un’età minima, per definizione non perde comunque la sua natura «pubblica».
A proposito: occorre prestare attenzione alla distinzione tra luoghi pubblici e luoghi accessibili al pubblico, detti anche «semipubblici». In questa categoria rientrano terreni ed edifici di proprietà privata che vengono però impiegati per svolgere un compito pubblico. I luoghi pubblici e semipubblici non sono sempre facili da distinguere. Un buon esempio è costituito dalle aree sportelli delle banche.