«Durante la PdG testiamo la rete LPN in condizioni estreme»
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«Durante la PdG testiamo la rete LPN in condizioni estreme»

Per la prima volta una rete LPN usata per il tracking della PdG 2018. Malgrado tutto Joachim Ernst di Swisscom Broadcast non ha rinunciato, anzi il progetto ha poi influenzato i piani per le sue ferie.

Manca ancora un’ora prima che cominci la Patrouille des Glaciers (PdG),la corsa di sci-alpinismo più impegnativa al mondo. Joachim Ernst appare teso e aggiorna continuamente la vista del suo schermo: «Staremo a vedere cosa succederà in rete quando partiranno». Il direttore del progetto Low Power Network (LPN) PdG è seduto nella centrale operativa della Patrouille des Glaciers a Sion, attorniato da specialisti delle telecomunicazioni in tenuta militare. All’ultimo minuto il tracciato è stato modificato alla partenza, causa la neve eccessiva e il pericolo di valanghe. Ma Joachim Ernst mantiene la calma. Per sei mesi lui e il suo team hanno preparato questo momento, pianificando, simulando e seguendo la costruzione della rete. Ci sono stati anche momenti di sconforto e di dubbio. Ad ogni modo, sta andando tutto bene e la mappa virtuale lo dimostra: anche il nuovo tratto sul lato opposto della gola del Gorner presso Zermatt presenta copertura e capacità sufficienti.

Joachim Ernst

LPN al posto del 2G per la localizzazione

Fino a due anni fa la tracciabilità delle squadre era affidata alla rete GSM. Poiché la portata della rete 2G sta lentamente diminuendo in seguito alla trasformazione tecnologica, è stato valutato di implementare la rete LPN per localizzare i partecipanti. «Nell’estate del 2017 il direttore della Patrouille des Glaciers ci ha esposto l’idea: ho capito subito che eravamo in grado di soddisfare la richiesta grazie alla rete LPN. Alla nuova tecnologia appartengono anche i tracker di ultima generazione, in grado di localizzare i partecipanti con un’approssimazione sulla posizione di 10 metri». La rete LPN di Swisscom sfrutta la tecnologia LoRa, offrendo bassi costi di trasmissione e una struttura relativamente semplice. Inoltre il 95 percento della popolazione svizzera sta già usufruendo di questa copertura, la cui potenza di trasmissione è talmente bassa da non richiedere autorizzazioni per l’installazione.

Ciascuna pattuglia invia i dati relativi alla propria posizione ogni due minuti sotto forma di messaggio di testo tramite la rete LPN. «Alla fine saranno concentrati in uno spazio ristretto 750 tracker che invieranno innumerevoli messaggi contemporaneamente. Non abbiamo mai sperimentato la rete sotto questo aspetto» afferma Joachim Ernst. Per realizzare tutto ciò, lui e il suo team hanno dovuto trovare un modo per coprire la zona di alta montagna compresa tra Zermatt e Verbier, una vera e propria terra di nessuno. Per garantire che tutti i messaggi di notifica sulla posizione potessero davvero passare, hanno dovuto suddividere l’area in settori, calcolando quale antenna installare e in quale punto. La partenza rappresenta una grande sfida, in quanto molti tracker sono concentrati nello stesso luogo. «Ci sono stati momenti in cui non credevo che ce l’avremmo fatta. Volevo rinunciare. Poi mi sono detto: no, il progetto è così importante ed emozionante che non posso abbandonarlo ora. Allora siamo andati avanti.»

Una grande esperienza con la rete LPN

 Laureato in Informatica, Joachim Ernst lavora da 18 anni presso Swisscom Broadcast e dal 2014 in ambito LPN. Dirigere il progetto LPN PdG è stato per lui fino a questo momento l’incarico di maggiore portata e impegnativo, accanto a Euro 08.  «Durante la PdG possiamo testare la rete LPN in condizioni estreme e mostrare tutte le sue possibilità». Chi conosce Joachim, lo descriverebbe probabilmente così: parla soltanto quando ha qualcosa da dire e ciò che dice, è ben ponderato. Gli piacciono le sfide tecnologiche.

È una persona in grado di entusiasmarsi. Per il progetto, ad esempio, ha studiato per ore la regione tra Zermatt e Verbier con Google Earth. «Appariva così bella che ho pensato: devo assolutamente visitarla, dopo la Patrouille des Glaciers». Da luglio in poi, quando la neve sarà scomparsa, approfitterà del congedo sabbatico per esplorare a piedi la zona che circonda Arolla.

 

I tracker sono stati congelati

Il settore di competenza di Joachim includeva, oltre alla pianificazione e costruzione della rete, anche la scelta di tracker adeguati. I suoi test hanno dimostrato che i tracker convenzionali con batterie ricaricabili non sono idonei, poiché si scaricano troppo rapidamente ad alta quota. «Siamo stati costretti a trovare dei tracker capaci di resistere anche alle basse temperature. Quindi abbiamo congelato i tracker in laboratorio, per simulare le condizioni atmosferiche estreme della PdG», spiega Joachim Ernst.

Una preparazione durata mesi

Circa due mesi prima: Sotto una debole luce nel seminterrato di una caserma militare a Sion, Joachim Ernst controlla il materiale per le stazioni di ricezione LPN. Il gateway, come viene anche detto, assomiglia vagamente a una scatola da scarpe piatta e lucente. Pesa alcune centinaia di grammi e ha una piccola antenna per la connessione alla rete mobile, un collegamento per la ricezione LoRa e un allacciamento elettrico. Per la ricezione LoRa sono necessarie nei vari siti una piccola antenna ad asta oppure una grande antenna settoriale, simile a un vecchio radiatore, per captare il maggior numero di segnali possibile. Per gli specialisti di telecomunicazioni dell’esercito, la rete LPN rappresenta una nuova tecnologia. A tal proposito Joachim Ernst ha dovuto concordare con il responsabile di ogni sito il materiale necessario e le specifiche di montaggio. A questo punto sono sorte le prime difficoltà: materiale mancante, sostegni non adatti, errori di valutazione. Joachim si occupa con pazienza di ogni dettaglio.

In occasione della competizione, l’attuale rete LPN sarà potenziata provvisoriamente e quindi 25 gateway LPN o ricevitori dovranno essere installati in 17 siti. Il più alto è situato sulla Tête Blanche, a quasi 3800 metri sul livello del mare. Il montaggio in alta quota è stato particolarmente impegnativo. I lavori di costruzione procedevano lentamente e a causa del brutto tempo la maggior parte dei lavori ha subito ritardi. Joachim Ernst è rimasto fiducioso: «Le mie sensazioni erano sempre positive: l’estrema organizzazione per la Patrouille des Glaciers e l’impegno di ciascuno, hanno permesso di realizzare tutto ciò.» Soltanto per il sito di Arolla, l’installazione dei tre gateway ha richiesto diverse ore e gli esperti di Swisscom hanno dovuto montare il materiale con un forte vento e ad altezza vertiginosa. Joachim Ernst ha controllato che dopo l’accensione, ogni gateway funzionasse. Trattandosi di nuova tecnologia per gli stessi addetti ai lavori, sono state scambiate in almeno un caso le antenne del gateway. «Sulla mia applicazione sembrava tutto a posto. Ho tuttavia notato l’errore dalle foto che avevo richiesto prima della corsa. Ciò avrebbe provocato una pessima copertura in quell’area e la percentuale d’errore sarebbe stata elevata, senza che potessimo spiegarne la ragione».

La corsa

Sono passate da poco le 22.00 e la gara è cominciata da alcuni secondi. Sullo schermo di Joachim si avvicendano innumerevoli quadrati blu scuro tutti in fila attraverso Zermatt e la gola del Gorner: significa che i tracker, la rete e l’applicazione per localizzare la pattuglia, funzionano. Ora affiora un po’ di tensione sul volto di Joachim, che comincia a sorridere, mentre i colleghi a sinistra e a destra manifestano approvazione o gli battono la mano sulla spalla. «È tutto blu scuro, ovvero non abbiamo perso nessun dato».

Prosegue: «Siamo stati in grado di testare molti dettagli, ma mai tutto. Soltanto ora abbiamo la prova che può funzionare: ci fa enormemente piacere». Poco dopo le dieci e trenta arriva un SMS dal CEO di Broadcast: «Come sta andando?» «Obenuse», risponde Joachim nel tedesco di Berna: «Non potrebbe andare meglio».