I confini tra la vita privata e quella lavorativa sono sempre meno definiti. Uno dei motivi è costituito dalla reperibilità costante e dalla conseguente disponibilità continua, spesso addirittura richiesta. Una condizione che gli psicologi stigmatizzano come “carenza di work-life-balance”. Perché i collaboratori che restano reperibili per il capo e i colleghi anche al termine della giornata lavorativa sono molto più esposti al rischio di burn-out. E tuttavia non è detto che una maggiore quantità di tempo libero equivalga a meno stress. Chi è sempre dinamico e attivo nella vita privata e non prevede sufficienti momenti per rilassarsi e quindi non è necessariamente meno stressato.
L’attività lavorativa costituisce una componente della vita
Il lavoro, sia esso domestico, professionale o costituito da altre attività, è parte della vita quotidiana della maggioranza delle persone. Dal momento che il noto concetto di work-life-balance distingue soltanto tra attività lavorativa e vita, molti preferiscono utilizzare l’espressione “life domain balance” – che tradotta significherebbe “equilibrio degli ambiti della vita”. Questo concetto esprime meglio il fatto che l’attività lavorativa costituisce solo uno dei diversi ambiti della vita da considerarsi nell’organizzazione dell’esistenza di ciascuno. La somma degli ambiti della vita diversi dall’attività lavorativa viene definita “vita privata”.
Per molte persone è sempre più importante organizzare in modo bilanciato gli ambiti della propria vita. E dal momento che l’attività lavorativa costituisce una parte significativa, la possibilità di conciliare la vita professionale con quella privata in generale acquisisce particolare importanza.
Le dimensioni dell’azienda sono irrilevanti
Le misure messe in atto sono vantaggiose per entrambe le parti. I collaboratori sono più soddisfatti e motivati, dal momento che l’attività lavorativa è più adatta alla fase della vita che stanno attraversando. Grazie a un maggiore impegno e a un clima aziendale migliorato, l’efficienza aumenta e i costi, ad esempio quelli legati al personale, si abbassano. L’immagine positiva aumenta l’attrattività di un’azienda come datore di lavoro, creando vantaggi nella concorrenza per aggiudicarsi i talenti migliori.
Anche le piccole e medie imprese possono trarre vantaggio da un impegno aziendale a favore di un miglioramento del life domain balance dei collaboratori, senza dover imbastire misure costose. Al contrario: a causa dell’appiattimento delle gerarchie è più facile elaborare assieme soluzioni individuali.
Anche il Manuale per le PMI “lavoro e famiglia” della Segreteria di Stato dell’economia (SECO) spiega come il miglioramento del domain life balance possa comportare notevoli vantaggi a fronte di costi contenuti. Secondo la SECO le PMI possono adottare le seguenti misure per evitare lo stress costante nei collaboratori: