Perché rimandiamo i nostri compiti e cosa possiamo fare per contrastare questo atteggiamento
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Perché rimandiamo i nostri compiti e cosa possiamo fare per contrastare questo atteggiamento

Ricerche scientifiche condotte negli ultimi 20 anni sul fenomeno della procrastinazione cronica hanno dimostrato che si tratta di un comportamento acquisito. Quando le persone interessate da questo atteggiamento comprendono il motivo per cui rimandano in continuazione i loro compiti, possono imparare a sviluppare nuove strategie più produttive per affrontarli.

Diversi modi di rimandare

Joseph Ferrari, professore di psicologia americano che da decenni dedica gran parte della sua attività di ricerca al tema del “procrastinare”, descrive quattro diversi modi di farlo.

Annoiati

Le persone che appartengono a questo gruppo di “procrastinatori” affermano di lavorare meglio sotto pressione. Studi scientifici hanno dimostrato le persone appartenenti a questa categoria si annoiano rapidamente e il momento che maggiormente apprezzano nel portare a termine un lavoro è la scossa adrenalinica data dall’avvicinarsi della scadenza. Gli studi dimostrano inoltre che questi “procrastinatori”, diversamente da quanto credono – ovvero di essere particolarmente produttivi all’ultimo minuto –, in realtà commettono più errori e spesso non riescono a occuparsi accuratamente di tutti gli aspetti di una mansione.

Indecisi

Questo tipo di procrastinatori rimanda una decisione finché qualcun altro non l’avrà presa per loro. Vorrebbero ad esempio acquistare biglietti per un concerto, ma non riescono a decidere per quale sera. Aspettano a lungo, fino a quando non ci sono più posti disponibili. Alcuni studi dimostrano che le persone indecise sono spesso cresciute in situazioni che non hanno permesso loro di sviluppare buone capacità decisionali.

Auto-sabotatori

Questi procrastinatori si mettono da soli i bastoni tra le ruote, per impedire lo svolgimento corretto di un compito. In questo modo possono attribuire responsabilità a fattori esterni che non rientrano nella loro sfera di influenza, ad esempio al fatto di non aver avuto tempo, al fine di nascondere paure o dubbi che sono poi alla base di questo comportamento. Molti di questi auto-sabotatori hanno un autocontrollo sottosviluppato. Non sono in grado di accantonare esigenze momentanee e di concentrarsi sul compito che devono svolgere. Preferiscono sentirsi bene al momento piuttosto che premiarsi dopo per un lavoro ben svolto.

Perfezionisti

I procrastinatori perfezionisti si prefiggono obiettivi complessi e irraggiungibili. Rimandano l’inizio o il completamento di un incarico perché è impossibile raggiungere il risultato perfetto auspicato. Questo gruppo di titubanti ha un forte desiderio di piacere agli altri e di mostrare loro quanto lavori duramente. Spesso giustifica il proprio procrastinare con la scusa di voler fornire la migliore qualità possibile, cosa che di solito non accade.

Metodi per smettere di procrastinare

Non importa a che tipo di categoria di procrastinatori si appartenga: poiché si tratta di un comportamento acquisito, vi sono delle ottime possibilità di disimpararlo e di acquisirne uno diverso. Come ci insegna la neurobiologia, il cervello resta plastico per tutta la vita: ciò significa che è in grado di apprendere un nuovo comportamento mediante ripetizione.

Il modo migliore per farlo consiste in un’organizzazione migliore. Alcune tecniche di lavoro professionali, come ad esempio il metodo molto noto negli USA e a mio avviso decisamente consigliabile “Getting Things Done” (GTD) di David Allen, possono aiutare a ridurre il disordine e le distrazioni e a tenere libera la mente per dedicarsi in modo produttivo a un incarico, dall’inizio alla fine.

Una buona percezione di sé può essere un ottimo supporto in quanto aiuta a conoscere meglio l’andamento delle proprie energie personali, che variano molto durante il giorno. Compiti difficili e importanti andrebbero affrontati, ad esempio, quando siamo riposati e rilassati (il cosiddetto “Prime time”). Conoscere i propri punti di forza rappresenta un’ulteriore possibilità di affrontare gli incarichi in modo particolarmente produttivo e competente.

Lungo il percorso verso un modo produttivo e soddisfacente di affrontare i propri compiti, possono risultare molto utili anche altre persone: familiari e amici che ci sostengono, colleghe e colleghi di lavoro che collaborano a un progetto e aiutano sia a fissare degli obiettivi fattibili che a raggiungerli passo dopo passo. Oppure un coach professionista con il quale imparare a organizzarsi sul posto di lavoro e a elaborare una procedura efficiente per affrontare i propri compiti.

Il procrastinare è molto più di una gestione poco ottimale del tempo, bensì è una strategia inefficace per affrontare le sfide della vita quotidiana. È possibile vivere con meno stress e in modo più produttivo, concentrandosi sugli aspetti positivi e felici della propria vita, facendo oggi il primo passo per organizzare meglio i propri compiti e migliorando la percezione di sé.


Autore:

Stefan Brülhart, Psicologo lic. phil. FSP, fornisce consulenza e coaching presso aziende, a personale specializzato e dirigenti nonché a privati, affinché questi possano ottimizzare la produttività e la qualità di vita partendo dai propri punti di forza.


Bibliografia

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